INVOLVED! MOVIELAB: "Gli oceani sono i veri continenti"

Armando Castiello, Lorenzo Viterbo

4/2/20254 min leggere

Il 26 marzo, il film "Gli oceani sono i veri continenti", diretto da Tommaso Santambrogio, è stato proiettato nell'ambito di INVOLVED! MOVIELAB, un evento ricorrente ospitato nella prestigiosa sede di The Human Safety Net. Questa iniziativa cinematografica, coordinata dal Professor Francesco Della Puppa, POLIS Social Hub Ca' Foscari e dall'associazione Baba Jaga, riunisce una vivace rete di associazioni studentesche universitarie e cittadini. Dopo la proiezione, il regista Tommaso Santambrogio ha dialogato con Giulia Briccardi di Rete Cinema in Laguna, offrendo approfondimenti sui temi del film e sul percorso creativo che ha portato alla sua realizzazione.

Il regista e la trama

Tommaso Santambrogio è un artista e regista con esperienza internazionale, avendo lavorato a Cuba, in Perù e nelle Filippine, oltre che in Italia. Gli oceani sono i veri continenti rappresenta il suo lungometraggio d'esordio, avendo debuttato in prestigiose competizioni come film d'apertura delle Giornate degli Autori all' 80º Festival Internazionale del Cinema di Venezia (2023).

Il film, ambientato a San Antonio de los Baños, a Cuba, segue principalmente le storie di una giovane coppia di artisti e amanti, Alex ed Edith. I due collaborano e si esibiscono insieme, pur coltivando sogni e ambizioni differenti. Alex insegna teatro ai bambini, mentre Edith prepara uno spettacolo di marionette da portare in Europa. Proprio a causa delle loro diverse aspirazioni, i due si troveranno a separarsi, e la fotografia poetica in bianco e nero accompagna dolcemente il pubblico nel loro percorso di accettazione, amore e distacco. Oltre alla giovane coppia, il film racconta anche la storia di un'anziana donna di nome Milagros e di due bambini di otto anni, Frank e Alain. Il marito di Milagros è morto molti decenni prima degli eventi narrati, durante l'Operazione Carlota in Angola. Nonostante ciò, lei continua ad aspettarlo, leggendo le lettere che lui le aveva inviato. Frank e Alain sono amici e trascorrono le giornate esplorando San Antonio de los Baños, giocando, raccontandosi storie e sognando di emigrare insieme negli Stati Uniti per diventare giocatori di baseball professionisti. Nel frattempo, la madre di uno dei due bambini sta pianificando di emigrare, cercando di convincere il marito emotivamente distante e raccogliendo i documenti necessari.

La storia si sviluppa attraverso le esperienze quotidiane dei personaggi, catturando l'essenza dell'isola e della sua gente, sospesa tra il desiderio di partire e la nostalgia di restare, tra l'aspirazione a esplorare nuovi orizzonti e il senso di colpa per l'abbandono della propria terra natale. Il film si conclude con una scena intensa ma pacifica alla stazione di San Antonio de los Baños, dove tutti i personaggi si ritrovano per motivi diversi. Edith parte per l'Europa, mentre Alex è lì per salutarla. Milagros attende ancora suo marito, mentre Frank e Alain si trovano alla stazione per osservare il treno e sognare un futuro non troppo lontano.

Cuba e il suo paesaggio: tra "Operazione Carlota" e fenomeni migratori

In Gli oceani sono i veri continenti, la storia cubana, la città di San Antonio de los Baños e il paesaggio naturale dell'isola svolgono un ruolo fondamentale, diventando parte integrante della narrazione. Tommaso Santambrogio ha familiarizzato con Cuba fin dall'infanzia, tornando sull'isola molte volte e studiando cinema proprio lì. Ciò gli ha permesso di immergersi profondamente nella realtà cubana e di comprendere le condizioni storiche che influenzano la vita quotidiana della popolazione. San Antonio è una città provinciale dell'entroterra, dove la storia cubana arriva in modo residuale e distante, ma permea completamente il luogo, risuonando nei sogni e nelle paure dei personaggi, nelle trasmissioni radiofoniche, nei muri della città e nelle preziose lettere di Milagros. Le lettere del marito di Milagros fanno riferimento all' "Operazione Carlota", nome in codice dell'operazione militare condotta dalle Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba a partire dal novembre 1975 per sostenere il MPLA (Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola). L'intervento, durato fino al 1991, mirava a contrastare i movimenti politici rivali sostenuti da Sudafrica e Stati Uniti.

Inoltre, il film affronta una delle principali problematiche contemporanee dell'isola: la migrazione. Spinta da necessità economiche, opportunità di crescita personale e lavorativa o persino dalla coscrizione, questa realtà rappresenta una sfida per la comunità cubana. Il fenomeno è presente nel passato, nel presente e nel futuro del paese, come viene raccontato attraverso le diverse generazioni dei personaggi coinvolti. Questo esodo può essere visto come un miglioramento delle prospettive di vita, ma anche come una dolorosa separazione dagli affetti. L'ambivalenza di questo tema attraversa l'intera pellicola, esplorando in modo sfumato come sia la partenza sia la permanenza portino con sé pesi e speranze. La scena di apertura racchiude il significato di questo tema: Edith e Alex stanno recitando, uno su una barca di legno nei panni di Cristo, allontanandosi simbolicamente dall'altro lungo un fiume. L'atto rappresenta inevitabilmente l' esodo dalla terraferma, intrecciando la narrazione con i temi dell'emigrazione, della spiritualità e della natura.

Dagli attori ai personaggi: un viaggio collettivo

Un aspetto peculiare del film è il processo creativo che lo ha reso possibile, basato sulla collaborazione. Per Santambrogio, il cinema è un'arte collettiva. Nonostante la sua conoscenza di Cuba, ha coinvolto attivamente la comunità cubana nel processo di realizzazione del film, affidandosi all'esperienza e alla sensibilità culturale degli attori. I personaggi sono stati sviluppati attraverso sessioni di scrittura collettiva, in cui ogni interprete ha portato la propria esperienza di vita nei ruoli. Ad esempio, la decisione di Edith di lasciare Cuba per l'Europa rispecchia la storia reale dell'attrice. Allo stesso modo, la profonda spiritualità di Alex deriva dall'educazione dell'attore, figlio di un Babalawo (sacerdote). Grazie a questo approccio inclusivo e collaborativo, “Gli oceani sono i veri continenti” si trasforma in un ritratto potente e autentico della vita sull'isola.

Gli oceani sono i veri continenti: non sarà il nostro ultimo incontro!

Durante la serata di INVOLVED! MOVIELAB, Gli oceani sono i veri continenti ha offerto al pubblico un viaggio cinematografico intriso di gioia e silenzi struggenti nel contesto cubano. Vi aspettiamo nuovamente alla House of The Safety Net per altre esperienze cinematografiche di questo calibro!